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CENTROSINISTRA
Rossana del Regno, portavoce dei Verdi, scrive a L'Arengario


La brutta sconfitta elettorale richiede al mondo verde una seria e profonda riflessione sulla funzione e missione, sulla leadership, sul funzionamento dell'organizzazione, evitando però di avvitarsi in una spirale di negatività autodistruttiva e autolesionista. Dopo il crollo psicologico dovuto agli scarsi consensi ottenuti a livello nazionale, siamo pronti a ripartire con un percorso che prima delle elezioni avevano visto i Verdi visibilissimi; le nostre proposte e prese di posizione sembravano godere come non mai del consenso dei cittadini: dai cibi sicuri, all'agricoltura di qualità, all'elettrosmog, eccetera, per la prima volta finalmente sembrava che alcuni importanti settori ci avessero individuato come loro interlocutori e rappresentanti. Al momento del voto però tutto ciò si è dissolto, lasciandoci amaramente afflitti ed indeboliti. Chiedersi il perché, per come, e dove i Verdi hanno sbagliato è una domanda spontanea. Personalmente sono stata promotrice insieme al gruppo dirigente nazionale della nascita del Girasole, questa terza gamba dell'Ulivo, che ben si integrava con Ds e Margherita. Ritengo però che il suo fallimento debba far riflettere. Probabilmente questo "matrimonio" con lo Sdi non è stato capito fino in fondo, l'idea era quella di associare due espressioni politiche che ad onor del vero poco hanno da spartire, ma che su alcune cose ben si integrano: l'alleanza di un'espressione ambientalista e libertaria, e di un'espressione sociale. Probabilmente il nostro elettorato e i cittadini hanno punito questa alleanza, hanno punito la nostra identificazione come portatori di una sola tematica, soprattutto nei confronti dell'elettorato di opinione. Questa volta i cittadini si sono immedesimati in una competizione elettorale che hanno intesa come maggioritaria ed hanno privilegiato le formazioni politiche che maggiormente identificavano i due poli, a scapito di tutti gli altri alleati. Non è stato così solo per noi Verdi, ma anche per il federalismo leghista, per il cattolicesimo del biancofiore, per il manipulitismo dipietrista. Il risultato è, a mio parere, che il fallimento attuale dei Verdi debba far riflettere sulla necessità di cambiare strada, di modificare la nostra prospettiva e collocazione: essere i Verdi che si allineano con il centro-sinistra, inteso come la formazione di sinistra che negli altri paesi ha dato modo di essere rappresentati per una buona fetta di cittadini, ed essere in alcuni paesi il secondo o terzo partito di governo. Dobbiamo batterci per una modifica della legge elettorale che renda più visibile l'apparentamento fra diverse formazioni politiche, come avviene per le elezioni comunali e provinciali. E se qualcuno pensa ad uno scioglimento dei Verdi è fuori strada. I Verdi, prendendo atto della sconfitta elettorale, chiuderanno entro il 30 giugno il processo costituente, e ripartiranno dall'elaborazione culturale e politica, dal rafforzamento ecologista, dando spazio ai problemi economici e sociali, dando proposte concrete di riforma e cercando di dare soluzioni ai problemi che i cittadini più avvertono, affermando contemporaneamente i principi cardine su cui basiamo le nostre lotte e i nostri impegni. Dobbiamo ripartire pensando che il nostro obiettivo è ricercare e costruire consenso attorno alle nostre proposte: non serve enunciare la verità non preoccupandoci se gli altri la possano apprezzare e condividere, né restare convinti che sia sufficiente fare cose un po' di sinistra e corrette dal punto di vista ambientale per aumentare il nostro peso politico. Continuare nel giusto, lottare per tutto ciò che ci ha visto impegnati sino allo stremo, ma partendo dalle realtà locali, creando consenso di piazza, e coinvolgendo l'elettore a battersi per i propri diritti insieme a noi. Il centro sinistra in Parlamento deve distinguersi nelle battaglie ecologiche per contrapporsi al Governo Berlusconi, come forma indispensabile di resistenza ai disastri ambientali già annunciati dalla Casa delle Libertà.
Queste brevi riflessioni mi auguro che possano servire di stimolo a tutti quelli che si identificano in questa area e riavviare anche in sede locale un confronto politico vero, il solo che ci può far riprendere la strada vincente.

Rossana Del Regno
Consigliere Federale Nazionale e Portavoce Verdi di Monza




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13 giugno 2001